Nell’ambito della moderna agricoltura, la lavorazione interfilare del vigneto è certamente una pratica essenziale che si concentra sulla gestione specifica dello spazio compreso tra i filari delle viti.
La lavorazione interfilare è una delle fasi più importanti nella gestione della coltivazione, insieme alla potatura e alla cura stagionale del terreno.
Si tratta di un’operazione fondamentale che mira non solo all’eliminazione di eventuali infestanti ma anche, e soprattutto, a migliorare la struttura e la fertilità del suolo che ospita le piante.
Potremmo quindi definirla la chiave per un’ottimizzazione ideale della terra e della sua ossigenazione e, conseguentemente, di tutta l’attività degli elementi coinvolti nell’equilibrio vegetativo della pianta portando a una qualità superiore del prodotto finale.
Perché la lavorazione dell’interfila è fondamentale?
Gestire bene l’interfila non significa unicamente pulire bene lo spazio tra i filari, ma piuttosto rispecchia una serie di pratiche che assicurano benefici agronomici, essenziali per la salute e, ovviamente, la produttività dell’intero vigneto.
Vediamo nel dettaglio le operazioni più importanti e i momenti migliori dell’anno per eseguirle.
Aerazione del suolo
Rompendo la crosta del terreno, l’aerazione del suolo ne aumenta la porosità garantendo un efficace scambio gassoso supportando il benessere delle radici e prevenendo pericolose asfissie.
Questa operazione può essere eseguita in diversi momenti dell’anno:
- prima dell’inizio della stagione vegetativa (fine inverno/inizio primavera) per preparare il terreno al risveglio vegetativo e alla ripresa delle normali attività produttive;
- inizio oppure piena estate: l’aerazione aiuta a mantenere lo strato pacciamante, riducendo l’evaporazione estiva;
- dopo irrigazioni intense o forti piogge: il terreno in questi casi tende a compattarsi formando una crosta che impedisce gli scambi gassosi.
Controllo degli infestanti
Un metodo efficace ed ecologico per eliminare erbe che potrebbero compromettere il benessere e la salute generale delle viti. Una lavorazione meccanica che sostituisce l’impiego dei diserbanti favorendo una pratica sostenibile.
Si consiglia di eseguirlo:
- a fine inverno-inizio primavera, liberando il terreno dalla crosta invernale;
- tra aprile e maggio, ossia il momento di massima competizione idrica e nutritiva delle erbe;
- tra giugno e luglio per gestire al meglio l’umidità creando uno strato di terra soffice che riduce l’evaporazione nei mesi caldi;
- dopo la vendemmia, in autunno, per ripristinare la fertilità e la struttura del terreno.
Gestione dell’umidità
La lavorazione superficiale del terreno favorisce la formazione di uno strato soffice che agisce come pacciamatura naturale, mantenendo un buon grado di umidità nel terreno, elemento chiave nei periodi più secchi.
Si raccomanda pertanto interventi tra maggio e giugno per creare uno strato di pacciamatura naturale prima dell’arrivo delle temperature più secche e durante i periodi di grande siccità estivi.
Lavorazione superficiale e profonda: differenze e applicazioni
La corretta esecuzione delle pratiche sopracitate varia in base al periodo dell’anno e all’obiettivo e, a tal proposito, sono due gli approcci principali: la lavorazione superficiale e quella profonda.
La scelta dipende strettamente dal tipo di terreno, dalle necessità agronomiche e dalle condizioni climatiche in cui si opera.
La lavorazione superficiale agisce a una profondità che non supera i 10 cm, lavorando solo lo strato superficiale del suolo. L’obiettivo principale è quello di controllare gli infestanti gestendoli adeguatamente e mantenendo un buon livello di umidità.
La lavorazione profonda agisce da 15 a 30 cm di profondità e serve per ristrutturare il suolo migliorandone il drenaggio. Se la prima è indicata nei terreni sabbiosi in primavera ed estate, la seconda, rompendo la compattazione, si presta bene su suoli argillosi e pesanti ed è indicata in autunno (appena dopo la vendemmia) oppure a inizio primavera.
A tal proposito, per approfondire le operazioni che chiudono la stagione in vigneto e preparano il terreno, leggi la nostra guida sulla raccolta dell’uva e la vendemmia oltre a un approfondimento dedicato alla vendemmia, come fase agronomica e gestionale più ampia.
Tecniche e macchinari per la lavorazione dell’interfilare
La buona riuscita di un intervento di lavorazione interfilare è legata alla scelta dell’attrezzatura impiegata, alla sua qualità e alla precisione applicata.
L’attuale mercato propone una serie di macchinari ideati per ottimizzare il lavoro e, al contempo, ridurre l’impatto ambientale.
Gli obiettivi sono diversi, tra cui debellare gli infestanti, gestire i residui colturali o lavorare il sottofila e, per far fronte a queste esigenze, Tecnoagri offre soluzioni professionali come trinciatrici e, soprattutto, gli interceppi che, grazie alla loro versatilità, possono montare gli utensili più adatti come dischi e lame interfilari.
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Precisione MADE IN ITALY il tastatore degli interceppi Tecnoagri
Gli interceppi Tecnoagri, progettati e realizzati interamente secondo gli standard del MADE IN ITALY, rappresentano la perfetta combinazione tra l’esigenza di un suolo pulito e sano, l’efficienza e la sostenibilità ambientale.
L’elemento distintivo è la capacità di lavorare con precisione millimetrica nella delicata fascia sottofila (l’area immediatamente adiacente al ceppo), dove le infestanti sono più competitive e difficili da rimuovere manualmente.
Ciò è possibile grazie al tastatore idraulico (o meccanico) che permette all’utensile di avvicinarsi al tronco in fase di lavoro e di ritrarsi istantaneamente e in modo automatico non appena il sensore (tastatore) rileva la presenza della vite.
Il macchinario, in questo modo esegue una pulizia precisa assicurando sicurezza e versatilità massima, ottimizzando i tempi di lavoro ed eliminando la necessità di diserbanti e altri prodotti chimici, per un’agricoltura sostenibile e moderna.
Buone pratiche per una lavorazione interfilare efficace
La tecnologia delle innovazioni a disposizione degli operatori è avanzata, ma la corretta applicazione sul campo fa sempre la differenza.
Ecco alcuni consigli essenziali per ottimizzare il lavoro ed evitare errori comuni:
- velocità di lavoro: mantenere una velocità costante e moderata (tipicamente 3-5 km/h) per permettere al tastatore idraulico di reagire con la massima precisione;
- regolazione della profondità: è buona pratica regolare la profondità in base alle necessità, alla stagione e al clima. Lavorando troppo in profondità si rischia di danneggiare le radici superficiali e far riaffiorare semi di infestanti inattivi;
- sicurezza: assicurarsi sempre che l’attrezzo sia ben allineato al suolo e che la velocità durante manovre o su terreni scoscesi sia ridotta al minimo, così da evitare spiacevoli incidenti.
Infine, una buona manutenzione è essenziale per il corretto funzionamento del macchinario e una durata ideale nel tempo.
Dopo ogni sessione, è opportuno verificare sempre l’affilatura delle lame e degli utensili, lubrificare regolarmente i punti in movimento e i giunti e pulire accuratamente l’attrezzo da terra e fango.
Efficienza, precisione e sostenibilità nel vigneto
La lavorazione interfilare è certamente un passaggio chiave per una corretta gestione del vigneto, perché garantisce condizioni ottimali per il terreno e la crescita delle piante.
Interventi stagionali mirati combinati a tecniche di lavorazione e attrezzatura di precisione consentono di ottimizzare i tempi di lavoro e la produttività in un’ottica di viticoltura sempre più sostenibile.
Per operare in modo efficiente e sicuro tra i filari, la gamma di interceppi Tecnoagri è il giusto alleato: soluzioni progettate per offrire precisione, affidabilità e rispetto del terreno.
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